Archivio mensile:settembre 2012

minuti imprecisati di vuoto

Stasera filosofeggio e mi confido un pochino… spero di non esagerare!
Ecco il tema:

La consapevolezza del pieno nel vuoto (a noi occidentali è quasi sconosciuta). Ovunque è presente il Tutto e il vuoto non esiste. La Luce si infiltra ove è possile, sempre, in modo pieno e determinato. Per poter abbracciare questa pienezza dobbiamo viverla sulla pelle e dalla pelle deve venire la consapevolezza del nostro esubero quotidiano privo di un vuoto interiore.
Mi spiego lasciandovi a questo raccontino autobiografico, come sempre!

Minuti imprecisati di vero vuoto (che poi è il Tutto pieno)

Ero nella grotte des Églises ad Ussat, nella valle dell’Ariège sempre durante l’ultima Conferenza Internazionale del Lectorium Rosicrucianum (settembre 2012). Ebbene, io Daniele e Cristiana ci siamo inoltrati in silenzio all’interno della grotta abbassandoci fin quasi strisciando sui sassi, bianchi e polverosi.
La nostra volontà silente era quella di arrivare fino alla fine della grotta con le piccole torce in mano per poi, solo una volta seduti, spegnerle. Così abbiamo fatto, senza accordarci… senza troppe parole di consulto. Seguendo un impulso interno forte e chiaro. Ero emozionata e forse suggestionata dal vissuto di quegli spazi. Una volta al buio ho davvero cercato di spegnere tutto, non solo la torcia. Piano piano, uno ad uno, i miei pensieri si facevano sempre meno invadenti e il respiro, ormai regolare, era un tutt’uno con il battito del mio cuore. Ero, fortuitamente ed apparentemente, in una condizione ottimale per poter ritrovare me stessa.

In queste occasioni, però, dò il meglio di me e i primi pensieri che mi scorrono veloci sono sempre i soliti, istintivi e ricorrenti. Pensieri che mi ciucciano in modo autonomo… e godono come – diavoletti rossi sulla spalla sinistra – nel riproporsi. Ad occhi chiusi i primi pensieri sono stati: chissà se mi pioverà addosso?! Non è che sbucano fuori dei pipistrelli vampiro?! Poi la faccenda è migliorata….
L’ultimo ricordo è la sensazione di dissolvenza del frullato nella mia testa mentre scemava verso una zona neutra, interna e silenziosa! Ho proprio avuto la sensazione che i miei pensieri si allontanassero via da soli. Il ticchettio delle gocce calcaree che cadevano a terra scandiva un tempo ritmato ma dolce… profondo e arcaico… e devo ammettere che ha favorito il distacco dal flusso di pensieri sanguisuga.

In quel momento, proprio quando ho potuto far silenzio in testa, ho intuito dove ero realmente. Ero seduta su di un grosso masso che probabilmente intorno al 1200 ha accolto un fratello di Spirito, un cataro. Non uno a caso, ma proprio uno di quelli che come me sta sperimentando l’arte del viver quotidiano camminando tra le rose o i carboni ardenti, del vivere pensando ad una meta Unica e precedentemente già conosciuta. La magia di questa presa di coscienza sta nel fatto che queste osservazioni non mi son nate dal frullato vorticoso dei pensieri che nascondo sotto i miei ricci, no-no…. mi venivano dal cuore!!! Evviva! Il mio cuore parla!!!

Conoscendomi, ho poi approffittato dell’attimo intuitivo e l’ho prolungato il più possibile senza volontà e mi son lasciata cullare dal ticchettio infinito e dal buio nero nero. Ho solo fatto una veloce osservazione sul fatto che sia ad occhi aperti che con gli occhi chiusi non vedevo altro che un nero-nero. Non nero seppia, nè un nero fumo, nè un nero catrame, ma un nero-nero.
Da lì ho pensato che tutti gli iniziati debbano – per forza – arrivare al proprio nero-nero per poter aspirare sinceramente ad rivedere un pochino la Luce! Ho poi collegato l’immagine a Dante che scende agli inferi, a Perseo che decapita la Medusa (tanto poi vola via su Pegaso!) e poi ho ricordato di non spaventarmi e di perdonare/accettare il mio nero-nero. Bè ho pensato anche al mito della caverna del buon Platone… poi basta, nulla più!

Mentra tutto questo accadeva nel mio profondo ho percepito di essere parte del Tutto. Di essere sorella di Daniele e di Cristina (al completo Cristiana-Serena-Silvia, dunque Cristiana serena nella selva), sorella di tutti i 2500 amici del Lectorium ad Ussat, sorella di tutti gli uomini, di tutte le donne, figlia e sorella dei miei genitori… Ero la grotta, il sasso, l’aria fredda e umida, ero la goccia che mi è caduta (davvero) sulla fontanella (ormai chiusa) al centro della mia testa, ero il sole che non vedevo ed anche il silenzio nero che mi avvolgeva, ero me stessa ed ero però all’erta…. shhhhhh! Shhhhhh! Silenzio…….

No! Vinta nuovamente: stavo attenta a non sciupare quell’attimo che già prefiguravo troppo breve. Poi ho pensato che l’attimo vissuto non era l’attimo percepito, che quei brevi pensieri soffocati e spariti, che quell’attimo di chiara visione del Tutto, che quella goduria interiore vissuta interiormante… che tutto, FORSE, poteva anche essere stato più di un attimo!

L’attimo è durato quasi trenta-quaranta minuti. Minuti trascorsi veloci e vissuti dalla parte migliore di me che si è allontanata controvoglia ma velocemente quando poi ho sentito il bisogno di scoprire che ora era, quando ho voluto sapere che faceva Daniele, quando ho voluto che uno dei due presenti accendesse la torcia…

Tutti insieme ci siamo alzati, abbiamo avuto reazioni varie e personali. Ero gioiosa, stupita di me stessa e sorpresa di aver voglia di uscire fuori dalla grotta, di rivedere il sole e di sfiorare un sasso caldo. Ripercorrendo al contrario la grotta verso l’uscita ho ringraziato, salutato e compreso il Tutto che mi ha generato e che ha la sua forza nella Luce che tanto mi è mancata in quei minuti imprecisati di vuoto trascorsi nella mia grotta interiore.


Sono Claudia, segno zodiacale toro, amo la luce del Sole calda e tendo alla mia vera Casa. Come un albero ho radici ancora forti  ben piantate a terra ma attendo il momento in cui potrò ribaltare le mie radici per potermi alimentare di sola Luce! Cammino tra rose e carboni ardenti e lo farò fino a quando mi piacerà farlo!

Accettatemi, io proverò a farlo con me stessa e con tutti voi!
Buone riflessioni domenicali e grazie per la pazienza.
Il raccontino non era poi così INO.

Questo post è dedicato a Cristiana eDaniele! Poi anche a Luisella che ha detto di amare le cose che scrivo. Ed infine lo dedico a Silvia, Marina, Luciana e Fiorenza che amo come fossero mia mamma.

Vi lascio con Jeeg Robot d’acciaio, energica e super positiva, quasi gnostica!
ciao!

Ussat e la fratellanza silenziosa

Questo post è pensato per tutti i cercatori di Verità!

Oggi non vorrei insistere con tanto bla-bla perchè sento di dover riportare piuttosto le mie emozioni e diffondere attraverso giuste parole il senso del mio viaggio ad Ussat, che per me è stato all’insegna dell’Amore e della fratellanza.

La foto qui sopra è presa da questo sito di ottimi fotografi.

Ussat le bains
è un paesino nella valle dell’Ariege che è misteriosa ed incredibilmente serena. Questa amplia valle circandata dai Pirenei ha la caratteristica di essere una vera culla, una pianura piatta (era un antichissimo lago) abbracciata da morbidi monti pieni di grotte. In queste grotte i “miei” avi CATARI stavano rintanati (ai tempi c’era l’inquisizione!) per compiere il loro speciale percorso eremitico di iniziati.

Antonin Gadal è per tutti noi allievi del Lectorium Rosicrucianum un messaggero e un punto saldo a cui riferirsi in caso di smarrimento. Considerato il patriarca della Fraternità catara, precente al Lectorium Rosicrucianum, ha tramandato ai nostri fondatori la sua visione chiara di quel che erano i catari e del loro percorso interiore. Questo loro lavoro effettuato in armonia con lo Spirito è stato ed è un regalo per tutti noi amanti della Gnosi attuale!

La Conferenza internazionale del Lectorium Rosicrucianum quest’anno è stata per me di un’importanza concreta e reale. Direi che quest’ultima mi ha colpita ancor più di quella del 2006, che nonostante fosse la mia prima Conferenza ad Ussat, mi rimase più lontana dal cuore.
Quest’anno, invece, oltre ad emozionarmi sinceramente al ricordo dei Perfetti catari bruciati dall’Inquisizione, mi sono sentita invasa dal bellissimo spirito comunitario ed di Unità che permeava tutti noi. Ed è questo il valore che dai catari dovremmo riportare a casa nostra.

Il senso di fratellanza e di uguaglianza è alla base dell’Amore.

E loro collaboravano in armonia senza lotta e senza compromessi. Le donne erano rispettate e ad esse il cammino non era escluso, conoscevano le piante e curavano gli ammalati, ci si aiutava l’un l’altro e la forza interiore era il collante della comunità. Erano pronti a morire per la loro Fede: si dice che un grosso numeri di Perfetti (più di 200), rifugiati nel castello di Montsegur, si gettarono nel fuoco inquistitorio pur di non smentire la propria fede: essendo ormai trasfigurati stavano “solamente” rinunciando all’involucro chiamato “corpo”.
A me questo colpisce. Tanto e in modo profondo!

La foto sopra è presa da qui.

… io, cavolo, fatico a non dipendere dal desiderio di possesso (le scarpe, le cose belle da accumulare)… ma sopratutto fatico ed inorridisco all’idea di vincere la mia atavica paura con la P maiuscola! Sapete qual è?
La PAURA DI MORIRE di sparire di non esitere. Ecco cosa amo del popolo cataro la cui forza interiore e il cui stato di coscienza erano talmente elevati da non avere DUBBI! E’ la loro forza interiore che amo, che stimo e alla quale vorrei tendere! Ben inteso: non perchè vorrei morire, ma per potermi liberare in fretta dei miei grossi fardelli, karmici e non! Pensate che i catari si “purificavano” in circa 4 anni…. a noi oggi serve tutta la vita!!!!

Evviva la loro forza!

Una forza talmente potente il cui frastuono ha zittito tutto attorno!
Dovreste, voi tutti, sentire che meraviglia e che stupore si prova di fornte al Dolmen di Sem….

Un luogo druidico reso fulcro sacro anche dai Catari. Dalla cima si abbraccia tutta la valle e in batter d’occhio si ha l’impressione di toccare il Cielo in un sol sospiro.

Socchiudendo gli occhi ci si immagina ascendere in alto come Icaro e la certezza (o il desiderio) di Vittoria è così forte da non aver più nessun dubbio in cuore!

Tra l’altro, avete mai notatto che anche la Nike di Samotracia (Vittoria alata) tende all’infinito proprio facendo leva su di un un grosso Dolmen, che appare come una barca?! Amo trovare queste coincidenze! Che magia! Che grandi i vecchi greci, anche loro la sapevano lunga! 🙂

Evviva la nostra forza!

Presto vi racconterò della convivenza edificante nello chalet con Cristiana, Laura e Daniele, della passeggiata verso il Tempio, delle grotte catare e della nostalgia delle mie bimbe. Oggi vi saluto così, con un pensiero positivo e di amore.

Per chi non la conosce ancora, ecco questo scritto meraviglioso che ci è stato letto all’interno della grotta di Lombrives tra brividi, lacrime e un grosso sentimento reale di Unione.

LA CHIESA DELL’AMORE

La Chiesa dell’Amore non ha struttura, solo comprensione. Non ha membri, a eccezione di coloro che sanno di farne parte. Non ha rivali, poiché non nutre spirito di competizione. Non ha ambizione, punta solo a servire. Non conosce frontiere, poiché l’amore non lo fa. Non si ripiega su se stessa, ma cerca di arricchire tutti i gruppi e tutte le religioni. Riconosce i grandi insegnamenti di ogni epoca, che hanno manifestato la verità dell’amore. Coloro che ne fanno parte praticano la verità dell’amore con tutto il loro essere. Coloro che ne fanno parte lo sanno.

Non cerca di insegnare ma di essere e, grazie a questo stato, di dare. Riconosce la terra intera come un essere vivente di cui tutti facciamo parte. Riconosce che è giunto il tempo per l’ultimo rivolgimento, lontano dall’egocentrismo, in un ritorno volontario all’unità. Non si fa conoscere parlando ad alta voce, ma lavora nel libero dominio dell’essere. Saluta tutti coloro che hanno illuminato il cammino dell’amore e gli hanno dato la loro vita. Nei suoi ranghi, non conosce gerarchia né rigida organizzazione, poiché ciascuno è uguale all’altro. Non promette ricompense, né in questa vita né in un’altra, se non la gioia di essere nell’amore.

I suoi membri si riconoscono dalle loro opere e dal loro essere, e dai loro occhi, e da nessun altro segno esteriore, se non un caloroso abbraccio fraterno. Non conoscono paura né onta e la loro testimonianza sarà sempre valida, nei buoni come nei cattivi momenti. La chiesa dell’amore non ha segreti, misteri o iniziazioni, se non una grande comprensione del potere dell’amore e del fatto che, se lo vogliamo, il mondo cambierà, ma solo se prima cambiamo noi stessi. Tutti coloro che sentono di farne parte le appartengono. Appartengono alla Chiesa dell’Amore.

Serpenti

Su FB ho di recente pubblicato un lavoretto fatto in casa con le bimbe, due serprenti ricavati da un paio di vecchi collant, ed ecco che tutti ne parlano!

Ispirata da tutte queste super-mamme blogger che “conosco” e che non si accontentano di far guardare un cartone ai propri figli, anch’io mi son messa a creare con le mie bimbe! Mi son divertita tanto e sono molto soddisfatta del risultato… visto che io e il cucito siamo davvero due mondi lontani! Dunque grazie Claudia (lacasanellaprateria.com) e grazie Marta (saporedimamma) per l’ispirazione che mi avete dato e per la buona volontà che mi invade leggendovi!
 
Brevemente ora vi spiego come farli, presto vi dirò due cose sul serpente! A livello alchemico, ovvio! Non posso certo tralasciare quegli amici del blog che amano il suo lato sprituale! 😉

Occorrente per due serpenti:
– un paio di collant vecchi (io li avevo a pois!)
– ago e fili colorati per gli occhi e la bocca
– un pò di pazienza…

Realizzazione:
tagliare il collant appena sotto al cavallo.  Tendere bene il tessuto sul tavolo e disegnare due linee brevi ad indicare gli occhi. Per la bocca seguire la cucitura stessa della calza.
Dopo aver disegnato il musetto, infilare l’uovo (di legno, quello da cucito) fino in fondo, dal piede. Con pazienza cucire a punto stretto stretto seguendo le linee tracciate, gli occhi blu ad esempio e la bocca rossa.
Se siete brave, io proprio no, potreste cucire sulla bocca anche la lingua biforcuta oppure aggiungere due bottocini sugli occhi…. vedete voi!
Noi abbiamo deciso che ogni tanto faremo qualche “ghirigoro” cucito con tanti fili colorati, cercando di mimare le squame…. chissà?! Diana e Leda erano divertite e molto molto attente al lavoro da eseguire.

Devo dire che Diana all’asilo Steiner ha già fatto parecchi lavorini di cucito (sopra due gnomi) e in un certo senso è molto più brava di me! Leda nel frattempo ci guardava lavorare mentre infilava dei piccoli quadratini di stoffa con l’ago grosso da lana (stava “dando da mangiare” al bruco che ha imparato a fare all’asilo)….
A lei il serpente inizialmente faceva un pò paura, ma poi si è divertita moltissimo a giocare con Diana! Finalmente tutte e due hanno due giochi uguali e per di più unici e molto divertenti!!! Provateli!!!

Ciao a tutti, a presto!